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Storia, cultura e tradizioni
La città di Ostuni è considerata per cultura e posizione geografica il centro principale del Salento. Il dialetto parlato dagli abitanti, l’ostunese, di origine appulo-salentina, ha ricevuto grosse influenze anche dal dialetti barese e tarantino.
Dobbiamo andare indietro fino al paleolitico, più di 40.000 anni fa, per trovare le prime origini umane sul territorio ostunese quando i cacciatori neandertaliani si rifugiavano nelle grotte di queste colline.
Un insediamento più consistente si ritrova però nel periodo del paleolitico superiore quindi circa 24.500 anni fa; risalgono a questi anni infatti i resti di un corpo di donna vicina al parto, ritrovati all’interno della grotta di S.Maria di Agnano. Lo scheletro della giovane donna, Delia, è stato ritrovato con il capo ricoperto da conchiglie e gli ulteriori resti adiacenti hanno confermato l’appartenenza a un gruppo di cacciatori.
Questa sepoltura, unica al mondo è stata denominata Ostuni 1° e un suo calco è oggi depositato presso il "Museo di Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale" situato nell’ex convento delle Monacelle, nel centro storico della città.
Nel VII secolo a.C si insedia il primo piccolo nucleo cittadino dei Messapi, una antica popolazione italica che si fermò nelle terre salentine. Probabilmente si devono a loro, abili costruttori, le prime origini della città e soprattutto la scelta della posizione su un ripido colle, dalle cui ardue pareti ha preso anche il nome il territorio, Murgia, dal latino murex. La conferma di questi insediamenti a formare un centro abitato, si ha oggi negli scavi presso il foro Boario, vicino alle mura medievali, dove si ritrovano tombe dal II al IV secolo a.C.
Nel III secolo si arriva alla conquista del salento da parte dei Romani e naturalmente anche di Ostuni, di questo periodo si sa poco ma vi sono alcune tracce nelle masserie sorte sui resti di ville romane.
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, la città e il resto del territorio salentino subisce l’invasione di varie tribù quali gli Ostrogoti, i Longobardi, i Bizantini a cui seguirono poi i Saraceni e i Normanni.
Nel periodo del’invasione bizantina si rifugiarono nelle grotte in cui avevano prima vissuto i cacciatori primitivi, i monaci basiliani, che scappavano da Siria ed Egitto sotto le minacce dei Turchi e dell’iconoclastia.
Le due porte conservate oggi dalla città di Ostuni, Porta Nova e Porta San Demetrio, facevano parte, intorno all’anno Mille, di un gruppo di quattro porte che unite da una strada circondava la città e andava a formare quello che fu il punto di riferimento per il commercio della città, nel periodo medievale.
E’ proprio da questo periodo che deriva la particolare struttura che oggi si può ammirare nel centro, nel borgo medievale della città, con case addossate l’una all’altra, edifici sorti adiacenti e in posizioni molto strette che richiamano proprio le necessità difensive di allora oltrechè l’esigenza di voler sfruttare a pieno gli spazi anche verso l’alto.
Fra XI e il XIII secolo la città incomincia ad acquisire la sua natura commerciale infatti sotto i Normanni e gli Svevi si intensificò la coltivazione degli ulivi e con gli Angiolini si edificò il porto di Villanova che fu usato poi anche nelle Crociate.
Il periodo più proficuo per la città fu quello sotto il dominio spagnolo con il ducato di Isabella D’Aragona iniziato nel 1507 che incrementò lo sviluppo economico e culturale per la cittadina. E’ in questo periodo che cresce anche la città sotto il profilo urbanistico e nuove costruzioni si aggiungono al primo riferimento urbano del medioevo. Quella che oggi gli ostunesi chiamano la “Torre sgarrata” è ciò che rimane della allora edificata torre Pozzella.
Con Filippo IV d’Asburgo, nel 1639 incomincia un periodo di declino per Ostuni infatti la città venne venduta ai Zevallos, mercanti che la trasformarono in una sorta di feudo personale; fu anche questo il periodo del propagarsi della peste che ad Ostuni venne limitata dalla verniciatura a calce che ancora oggi la carrate rizza e le fornisce il soprannome di Città Bianca.
Dopo questo periodo nero Ostuni rifiorì con i Borboni che la espansero verso i colli e fecero dell’attuale piazza Libertà, il punto di riferimento del centro cittadino. In questa piazza nel 1771 benne innalzata da Giuseppe Greco, la colonna in onore di Sant'Oronzo, che per tradizione popolare è visto come il protettore della città dalla peste. Proprio da qui nasce la tradizionale Cavalcata dei devoti di Sant’Oronzo che si rinnova ogni anno.
La città dal secondo dopoguerra in avanti ha basato il suo sviluppo sull’industria e soprattutto sull’agricoltura, in particolare sulla lavorazione del vino e dell’olio che ne sono oggi caratteristiche.
Il suo litorale, fra i più belli e cristallini della Puglia e non solo è oggi punto di riferimento turistico insieme al borgo antico della città e sorgono oggi qui numerosi villaggi.
Una storia intensa quella della città Bianca, ricca di contaminazioni e di culture diverse che ne ritrova i segni nella sua attuale fisionomia.
Nel riscoprire oggi i suoi monumenti, le sue chiese, le masserie e il paesaggio ostunese, il turista riattraversa, come nelle tappe di un lungo cammino, la storia le lotte e le occupazioni di questa città.